La discesa dei prezzi dei pannelli fotovoltaici in Europa, Italia compresa si è arrestata nell’ ultimo anno. Il trend calante è iniziato nel 2014, è continuato fino al 2020 e poi ha cambiato rotta verso l’alto. I problemi legati al Covid hanno raffreddato un po’ tutta l’economia, anche il settore solare-fotovoltaico è stato colpito dal rallentamento della domanda, ma non ha schiacciato al ribasso il prezzo dei moduli solari. Nulla di particolarmente significativo come rialzo, i prezzi dei pannelli solari rimangono comunque appetibili se confrontati a 10 anni fa.
Cosa aspettarsi per il 2024 : va notato che l’attuale domanda di moduli e di altri componenti fotovoltaici non può essere soddisfatta dall’offerta disponibile per via del grande interessamento conseguenza della crisi energetica, il che sta facendo salire i prezzi. I motivi sono molteplici : oltre alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento e agli elevati costi di trasporto che rendono costose alcune consegne, ora sono in gioco anche i problemi energetici dovuti all’ embargo russo. Alcuni produttori, infatti, hanno già dovuto ridurre la propria capacità produttiva del 10-20%, il che significa che ci sono meno materie prime disponibili, che sono comunque necessarie per la produzione dei moduli.
Ciò paralizza anche la fornitura di moduli fotovoltaici per il mercato mondiale. Il flusso di merci verso l’Europa è già stato ridotto di conseguenza, spesso ritardando notevolmente le date di consegna. L’esplosione del mercato cinese prevista mesi fa deve ancora arrivare. D’altra parte, per il prossimo anno sono già annunciate aggiunte commesse gigantesche fino a 100 GW.
Quasi tutte le marche, su qualsiasi tipo di prodotto, indipendentemente dall’origine, si sono adeguate con i prezzi che si sono leggermente rialzati negli ultimi 12 mesi . Anche perchè sono diventati piu’ cari anche chip e controller che vengono utilizzati ad esempio negli inverter.
In Germania è stato l’anno più triste come installazioni di impianti per il fotovoltaico in seguito all’ introduzione del German Renewable Energy Act (la legge tedesca sulle energie rinnovabili) che prevede una riduzione agli incentivi. Ma la Germania non è l’unico paese colpito. A parte il Regno Unito, tutta l’Europa ha registrato un calo.
Un indizio che ci porta a ben sperare per un nuovo calo è legato all’ abolizione dei dazi sui moduli fotovoltaici cinesi voluto dall’ UE alla fine del 2018. Assenza di dazi significa un prezzo piú basso dei pannelli fotovoltaici venduti al consumatore. Anche se sono passati un po’ di anni ed il calo è già stato scontato, potrebbero esserci delle belle sorprese.
In ITALIA il mercato ha iniziato ha rallentare la sua corsa come trend di salita per le installazioni con la fine degli incentivi al solare fotovoltaico. A partire dal 6 luglio 2013, quando sono terminati i 6,7 miliardi del quinto conto energia, c’è stato un brusco calo, ma negli anni successivi la corsa è ricominciata. Basta guardare alcuni dati snocciolati dall’ ultimo rapporto del Gse sul fotovoltaico nel nostro paese. Il boom c’è stato tra il 2010 ed il 2011 quando gli impianti in Italia sono passati da 71.288 a 155.977, durante il quarto conto energia. Al 30 settembre 2023 gli impianti in esercizio in Italia superano quota 1,5 milioni per una potenza totale installata di 28,6 GW.
Tutto ciò cosa c’entra con il prezzo dei pannelli fotovoltaici? C’è un legame molto stretto tra domanda ed offerta. Durante la primavera estate degli anni passati abbiamo assistito ad una corsa senza fine, addirittura alcuni installatori facevano fatica a trovare moduli pronti per la consegna, di sicuro per alcune marche bisognava aspettare qualche mese. I prezzi quindi erano in aumento, o al limite stabili. Quando il mercato è crollato, anche i prezzi dei moduli sono scesi.
I pannelli fotovoltaici cinesi
il 3 settembre 2018 la Commissione Europea ha rimosso i dazi ai moduli cinesi che durava fin dal 2013. Una cosa rivoluzionaria. Nel contesto delle misure protezionistiche negli Stati Uniti e delle corrispondenti misure di ritorsione da parte dell’Europa e della Cina, le continue restrizioni del mercato per i prodotti solari asiatici avrebbero inviato un segnale molto negativo.
Gli effetti si vedranno presto, quando inizieranno ad arrivare nei porti di Rotterdam i primi nuovi container con i moduli importati dalla Cina. Per il 2024 ci si aspetta quindi un abbassamento dei prezzi non solo sei moduli cristallini, ma anche di quelli ad alto rendimento neri.
I produttori di moduli e celle con grandi capacità produttive in Cina aspettano che il prezzo minimo all’importazione dell’UE venga eliminato a settembre, in modo che possano offrire i loro moduli ancora più a buon mercato in Europa. Se ciò dovesse accadere, la prospettiva per i restanti produttori europei sarebbe verosimile. La loro sopravvivenza dipenderebbe quindi in larga misura dalla crescita generale del mercato, dal loro orientamento al business internazionale e dal forte sostegno dei clienti. Tuttavia, anche se vi è un riesame del caso di dumping nei confronti dei produttori cinesi e i prezzi minimi all’importazione sono mantenuti in vigore per i prossimi tre-sei mesi, sarà solo una breve pausa per i produttori nazionali.
Prezzo dei pannelli solari in base alla potenza dell’impianto
Componenti famiglia | Assorbimento l’anno (in kWh) | Potenza Kwp idonei per impianto | spazio occupato dai moduli in MQ | Costo totale Impianto chiavi in mano in Euro | Risparmio in bolletta in euro |
---|---|---|---|---|---|
1 | 2 | 2.8 | 22 | 5000 | 605 |
2 | 2.8 | 3.4 | 26 | 6000 | 700 |
3 | 3.4 | 4 | 32 | 8000 | 815 |
4 | 4 | 4.5 | 36 | 9000 | 1100 |
5 | 4.2 | 5 | 40 | 10100 | 1185 |
6 | 4.8 | 5.7 | 45 | 11000 | 1280 |
Il trend ribassista ovviamente era già iniziato anni prima, ma oggi siamo arrivati a prezzi molto appetibili per il consumatore. Come potete apprezzare dal grafico stilato da Pvxchange, in Germania (in Italia siamo un pochino piú alti) un modulo è arrivato a costare a fine 2023 39 centesimi di euro a watt. Sono costi all’ ingrosso e senza Iva. Diciamo che al consumatore finale la cifra è di circa 50-60 centesimi di euro. Un modulo da 300 watt costa quindi 180 euro. Non male anche se per il 2024 si preannuncia una stabilità anche perchè non si vede in Italia nessuna volontà di approvare un eventuale Sesto Conto Energia.
Per avere un aggiornamento per il 2024 dei prezzi dei moduli fotovoltaici sul mercato mondiale potete consultare QUESTO SITO.
L’unico incentivo è rappresentato attualmente nel nostro paese, per tutto il 2024, dalle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni che riguardano anche gli impianti fotovoltaici senza l’obbligo di un intervento edilizio. Rimane in piedi anche lo scambio sul posto, ovvero la possibilità di rivendere la corrente non auto consumata alla compagnia di elettricità l’energia durante il giorno per avere un credito durante la notte.
Uno studio di Deutsche Bank ,qui potete scaricare il rapporto completo, ha confermato che investire in un impianto fotovoltaico conviene anche senza incentivi. Secondo il grafico qui sopra, in Italia un kw prodotto da fonti rinnovabili ha un costo compreso tra 0,13 e 0,32 dollari per kWh (ovvero 0,108-0,26 euro al cambio euro-dollari di 1,2), meno di quanto si spende per acquistarla dal gestore energetico.
Trend prezzi per il futuro
L’abbassamento è dovuto sicuramente all’ incremento di domanda di pannelli solari fotovoltaici registrato non solo in Italia ma anche negli altri paesi europei che come noi godevano di incentivi fiscali come Spagna, Germania, Francia, ma un altro fattore importante è la discesa in campo di produttori di pannelli fotovoltaici economici.
Ci riferiamo alle marche cinesi. Suntech, Yingli, Solarworld, Trina sono alcuni dei brand del Sol Levante che ormai controllano una buona fetta della produzione di moduli fotovoltaici mondiali. E i concorrenti europei, giapponesi ed americani oltre che a lamentarsi della concorrenza sleale non possono far altro che abbassare il listino per essere competitivi. Tutto ciò ha generato una corsa all’abbassamento dei prezzi che da una parte ha accorciato i profitti per i produttori, ma dall’ altra ha agevolato la diffusione dei pannelli.
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i più cari rimangono i Sunpower, sono statunitensi e possiamo tranquillamente metterli sul gradino più alto della classifica per affidabilità e performance. La serie E20 garantisce un efficienza del 20,4%, nessun pannello arriva a questa cifra. Il prezzo ovviamente è di conseguenza maggiore, stiamo sui 1,1-1,3 euro per watt, il che significa che il pannelo e20/333 o e20/327 costa circa 400 euro iva inclusa.
Subito dopo i Sunpower ci sono i giapponesi di Panasonic, che hanno acquistato le tecnologie di Sanyo. La serie Hit è molto performante con un’efficienza del 17,7% per un prezzo di circa 1,2 euro per watt. I nuovi moduli HIT andranno ad affiancare gli N245 ed N285 della serie HIT. Prodotto in Malesia, il nuovo moduloo ha un’efficienza del 19,7% e una potenza
erogata di 330 watt. Il modulo è dotato di 96 celle e produce circa il 27% di potenza di picco in più rispetto ai moduli multicristallini tradizionali da 260 watt
Dietro molto buoni sono i moduli fotovoltaici Sharp, Kyocera, Schott, Abb, Q-Cell, Mitsubishi, Solarworld, Lg, ma anche gli italiani Solsonica, Elital ed Helios, i prezzi in questo caso oscillano attualmente tra 1 e 1.1 euro.
Nel gradino più basso, quelli che sono i pannelli fotovoltaici economici, troviamo come detto i cinesi. Quindi Suntech, Sunworld, Trina, Yingli, Solapark, Recsolar che possono raggiungere un prezzo oscillante tra 0,7 e 0,9 euro per watt. In quest’ultimo caso quindi un impianto da 3kwp, per i soli moduli fotovoltaici, costerebbe tra i 3000 ed i 3500 euro. Ovviamente tutte le marche sopracitate hanno la certificazione Iso necessaria per poter godere degli incentivi italiani del conto energia (attualmente terminato).
Ricordiamo che è necessario acquistare anche un Inverter, prezzo di 0,4-0,5 euro per watt ad esempio il Sunnyboy della Sma, cavi, contatori e staffe di montaggio per realizzare un impianto fotovoltaico completo.
Convenienza fotovoltaico
Ora che il quinto conto energia ha esaurito i suoi 6,7 miliardi di euro di fondi , coloro che erano interessati all’ acquisto di impianti fotovoltaici sono rimasti orfani di tutti gli incentivi. Il classico sistema solare da 3 Kw che prima poteva far guadagnare circa 1500-2000 euro l’anno ora sembra non avere piú senso.
Come fare allora per guadagnare da un’installazione di moduli fotovoltaici? Vale la pena farlo anche senza incentivi? In quanto tempo recupero l’investimento iniziale? Le domane sono legittime . E’ vero che non si ha piú diritto agli incentivi ma abbiamo:
Risparmiamo con le detrazioni fiscali:
è vero che gli incentivi alla produzione di energia elettrica tramite fotovoltaico sono terminati, ma esistono ancora le detrazioni fiscali nell’ ordine del 50% fino al 31 dicembre 2022 (legge di bilancio) e anche un superbonus del 110% legato ad interventi sulla facciata dell’ edificio. Le detrazioni si riferiscono ad impianti fino a 20 kwp di potenza, di tipo NON COMMERCIALE. A questo proposito è illuminante la circolare 22e dell’ Agenzia delle entrate del 2 aprile 2013 che recita così:
“possono usufruire delle detrazioni gli interventi relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia. Queste opere possono essere realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette, acquisendo
idonea documentazione attestante il conseguimento di risparmi energetici in applicazione della normativa vigente in materia.”
Impianto fotovoltaico con batterie
i sistemi ad accumulo stanno prendendo piede, anche se ovviamente siamo agli inizi. C’è da dire che le batterie per i pannelli fotovoltaici costano ancora parecchio, basti pensare che la POWERWALL DI TESLA ha un prezzo di circa 6500 euro, quella di SONNEN un po’ meno. Ad ogni modo, quando i prezzi delle batterie agli ioni di litio o al magnesio saranno competitivi in molti potranno pensare di rendersi autonomi del tutto al punto di vista energetico-elettrico.
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Scambio sul posto
non tutta l’energia prodotta può essere consumata durante il giorno. In estate, nei mesi caldi riusciamo a produrre tantissimo durante le ore di massima insolazione. L’energia che non auto consumiamo viene reimmessa in rete attraverso il sistema dello “scambio sul posto”. Il gestore in pratica ce la compra concedendoci dei crediti per riacquistarla la notte, quando gli impianti fotovoltaici al buoi non funzionano. Non è uno scambio alla pari ma meglio che sprecare l’energia prodotta.